Quale modo migliore per iniziare l'anno 2021 che guardare indietro al punto in cui tutto è iniziato? Abbiamo aperto due rarissime bottiglie di Vernaccia Panizzi:

l’annata 1991 e la primissima Riserva Panizzi, la 1991. E siamo rimasti stupiti ed entusiasti di scoprire in questi due fantastici vini l’incarnazione della nostra dichiarata mission di produrre vini di qualità e tipicità con un potenziale di lungo invecchiamento.
L’annata 1991 si ricorda per un germogliamento precoce (e gelate) con primavera piovosa. Estate con poche piogge, calda, ma non torrida. Agosto e inizio settembre freschi, con buone escursioni termiche. Fine settembre molto piovoso. Una buona annata, seppur con produzione bassa.
Abbiamo avuto il piacere di condividere questa esperienza con il team di Intravino (Leonardo Romanelli, Sabrina Somigli, Clizia Zuin e Tommaso Ciuffoletti) che hanno condiviso con noi le loro... sapide note degustative:


Vernaccia di San Gimignano 1991: "Un vino che fece solo acciaio, dall’aspetto sembra un vino fatto ieri, nessun cedimento cromatico: quasi oro con riflessi da evidenziatore giallo. Al naso inizia a mostrare un po’ di evoluzione attraverso i tratti della ginestra passita, ananas disidratato, terra asciutta, cenni da alga. In bocca prevale l’acidità malica: è pulito e integro, senza una particolare persistenza, ma col tipico finale ammandorlato. 87, premio integrità"


Vernaccia di San Gimignano Riserva 1991: "Fermentazione in legno e poi un anno in barrique nuove. Color oro pieno. Inizialmente il naso volge alla cipria e al cassetto chiuso, va atteso, poi sprigiona profumi variegati di frutta gialla matura, clorofilla, ma anche caramella al miele e legno di sandalo. In bocca è vivo, ha grip acido, sapore di agrumi, vaniglia e astringenza polifenolica del legno, con finale ancora fresco inaudito. 91, commozione gerontofiliaca".